Quota 100 e pensioni integrative: un binomio che potrebbe funzionare

La riforma delle pensioni varata dal governo potrebbe funzionare con l’ausilio della previdenza complementare

Con il nuovo procedimento pensionistico, che permetterà ai lavoratori di accedere alla pensione in modo anticipato, la famosa Quota 100 implicherà però un assegno pensionistico più basso.

Quindi, molti lavoratori che opteranno per questo tipo di pensionamento avranno la necessità di dover incrementare la rendita con fondi esterni.

Il calcolo dell’assegno pensionistico INPS in base alla Quota 100 è calcolato in base a due parametri: un ammontare minore di contributi versati e un coefficiente di trasformazione più alto.

Quota 100: importo della pensione più basso

Infatti, il numero minore di anni di contributi versati fa sì che il montante su cui si calcola l’assegno sia più basso rispetto a chi decide di andare in pensione al raggiungimento dei requisiti della pensione di vecchiaia.

In più, vi è un’applicazione di un coefficiente di trasformazione più alto sul montante, in quanto esso si riduce con l’aumentare dell’età del pensionato. I coefficienti sono basati sulla speranza di vita calcolata dall’Istat, la loro applicazione ha l’obiettivo di contenere la spesa previdenziale e mantenere un rapporto costante fra contribuzione e anni di pensionamento prevedibili.

Il lavoratore che decide quindi di andare in pensione anticipatamente e riuscire a mantenere lo stesso tenore di vita del periodo lavorativo ha bisogno sicuramente di integrare la pensione che andrà a percepire.

Quindi sarà necessario pensarci con anticipo in quanto l’ammontare della rendita dipenderà dal numero di anni di versamento effettuati e dal loro ammontare. Un ottimo vantaggio però lo possono avere anche chi è prossimo alla pensione, in quanto potrà ricevere la cifra accumulata in un’unica soluzione.

Ciò è possibile quando la rendita annua della pensione dovesse essere inferiore alla metà della pensione sociale cioè inferiore di 5.889 euro annui per l’anno 2018.

Quota 100: in aiuto i fondi di previdenza complementare

In Italia sono presenti diverse forme pensionistiche complementari, come: i fondi pensione negoziali, i fondi aperti e i piani individuali pensionistici (Pip).

• I Pip sono polizze vita emesse dalle compagnie assicurative su base di contribuzione individuale;

• I fondi pensione aperti sono emessi dalle banche o dalle società di gestione del risparmio (Sgr), fondi a cui possono aderire i professionisti, i lavoratori autonomi e gli stessi dipendenti;

• I fondi negoziali, detti anche “fondi chiusi”, vengono utilizzati per specifiche categorie di lavoratori.

Per la categoria dei medici ci sono due fondi complementari disponibili:

• Il FondoSanità, dedicato a tutti medici sia dipendenti che liberi professionisti;

• Il Fondo Perseo-Sirio, per medici e sanitari dipendenti.

Con il FondoSanità i contributi versati sono deducibili dal reddito complessivo dell’aderente e anche i contributi versati a favore di persone fiscalmente a carico sono deducibili.

La rendita sarà soggetta a un’imposta con l’aliquota del 15%, ma dopo il quindicesimo anno di versamento verrà ridotta di 0,3% fino ad arrivare ad una riduzione massima di 6 punti percentuali, quindi la pensione verrà soggetta ad una tassazione del 9%.

Inoltre è possibile richiedere anticipazioni per sostenere spese sanitarie o altre necessità e un eventuale trasferimento ad un altro fondo pensione di ciò che si è versato è sempre esente da oneri fiscali.

Nel Fondo Perseo Sirio si può versare oltre al Tfr, anche un contributo pari all’1% della retribuzione.

I dipendenti pubblici che aderiscono al Fondo Perseo Sirio, assunti prima del 1° gennaio 2001 e decidono di trasformare l’Indennità Premio di Servizio in godimento in Tfr, per loro è prevista un’ulteriore quota di accantonamento pari all’1,5 per cento della base contributiva.

Fondi previdenza complementare: chi vigila?

Il compito di vigilare sui fondi previdenza complementare è la Covip. Essa ha il compito di vigilare sull’approvazione degli statuti e dei regolamenti dei fondi, sulla verifica della loro corretta gestione.

Grazie a quest’organo i soci possono stare tranquilli di aderire ad un fondo che rispetti le norme sugli investimenti, e che lavora mantenendo con i propri soci un rapporto fondato sulla correttezza e la trasparenza.

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